Nel cuore della Maremma tosco-laziale si erge la rupe tufacea su cui si è sviluppato l'abitato di Sovana preistorica, etrusca, medievale e moderna. Le campagne di scavo e di ricognizione sistematica, condotte dal 1989 dal Dipartimento di Scienze dell'Antichità, sezione di Archeologia dell'Università degli Studi di Milano diretti dalla Prof.ssa Nuccia Negroni Catacchio in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Toscana , e il CSP hanno dimostrato che il sito era già frequentato in epoca neolitica. Sul versante meridionale della rupe, proprio alle spalle della Cattedrale di San Pietro edificata tra l'XI e il XII secolo su di una precedente chiesa risalente all'VIII secolo, di cui rimangono i marmi scolpiti del portale e la cripta, sono state messe in luce alcune abitazioni a pianta ellittica, disposte lungo il margine del dirupo. Le capanne del BronzoFinale erano sorrette da pali perimetrali e da pali centrali più grossi che sostenevano il tetto. Dell'alzato in materiale deperibile, probabilmente, come in altri abitati coevi, costituito da u n i ncannicciato rivestito d'argilla, non è rimasta alcuna traccia. Gli scavi hanno inoltre permeso di accertare la frequentazione della rupe durante la fase etrusca di periodo orientalizzante-arcaico, cui sono riferibili le grandi case a pianta rettangolare, costruite su grossi pali perimentrali, rinvenute in tutti i settori.
Dopo un periodo di abbandono documentato tra la fine del V e il IV secolo a.C., l'area è stata intensamente sfruttata, sia con strutture produttive cui appartengono la fornace (IV/III sec. a.C.), l'articolata zona produttiva comprendente silos, pozzetti, canali di scolo e la cd. "vaschetta a scarpa" (III sec. a.C.) in ottimo stato di conservazione,; sia con abitazioni private composte da più ambienti comunicanti, con funzioni differenti, con alzato in blocchi di tufo e copertura in grosse tegole d'argilla. Sempre ad epoca etrusco-romana appartiene la struttura monumentale, tuttora in corso di studio, costituita da un muro con andamento perpendicolare rispetto al dirupo, costruito in grossi blocchi di tufo, alcuni dei quali presentano tracce di intonaco su uno dei lati e da un muretto di rincalzo. Dopo l'intervento della cava per l'estrazione del tufo databile al primo periodo imperiale (I sec. d.C.) non vi sono più attestazioni fino al cimitero tardo antico-altomedievale, articolato in tre fasi caratterizzate dal diverso orientamento delle fosse tombali. Alla necropoli appartengono numerose spolture, alcune con oggetti di corredo (un pettine in osso, un'armilla in bronzo e alcune perle di pasta vitrea) databili al VI-VII sec. d.C. e pertinenti ad un'area il cui carattere sacrale è testimoniato già in epoca ellenistica da alcune deposizioni votive ed è confermato poi, dalla costruzione dei templi cristiani.