Atti del IV Incontro di Studi (a cura di N. Negroni Catacchio)
Milano 2000, pagg. 532.
Se nei convegni precedenti sono stati presi in esame alcuni momenti e caratteri specifici dell’Etruria pre e protostorica, negli Atti di questo Quarto Incontro vengono analizzate le tante e diverse trame che collegano questo territorio, e le facies culturali che si sono succedute, al resto della penisola,
al mondo mediterraneo e all’Europa. Gli Atti raccolgono numerosi interventi che attirano l’attenzione sia su problemi di carattere ampio e generale, sia su temi molto specifici, ad esempio particolari oggetti o classi di materiali, che tuttavia aprono spiragli su contatti ad ampio raggio finora inediti o non riconosciuti.
Naturalmente gli argomenti sono vari e affrontati da più angolazioni: rivelano impostazioni metodologiche diverse, come appunto deve essere per gli interventi ad un convegno, che non sono saggi di un manuale o di un’opera monografica programmata.
Tuttavia il problema essenziale che sta alla base della scelta di questo argomento è il seguente: prima della tarda Protostoria e dell’affermarsi di quelli che abbiamo chiamato ormai Protoetruschi che cosa può definirsi “esterno” o “interno” all’Etruria? Esistono e sono individuabili elementi che possono essere riconosciuti come specifici di questo territorio e che, rinvenuti altrove, possiamo definire “esportati”, almeno come modelli culturali? E in caso positivo, come possono essere individuati?
Appare quindi fondamentale operare una distinzione tra la presenza in “Etruria” delle diverse facies culturali che dal Paleolitico hanno interessato quest’area, rendendola parte più o meno attiva di più vaste province e quindi crocevia di distribuzione o ridistribuzione di modelli culturali, e l’esistenza su tutto o parte del territorio di una comunità specifica e culturalmente riconoscibile, quale
ad esempio più tardi i Villanoviani-Etruschi.
Si tratta evidentemente di problemi complessi che in prospettiva riguardano il processo
di formazione delle identità etniche e degli stati nazionali, con la conseguente nascita del concetto di confine, cui forse varrebbe la pena dedicare un altro convegno.
Una parte importante del volume è anche questa volta costituita dalla rassegna degli scavi
e delle scoperte, che gli studiosi e i ricercatori che operano su questo territorio hanno illustrato nelle seconda sezione e che qui è possibile analizzare quasi in tempo reale.